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  • Immagine del redattoreValentina Saracco

AYACUCHO: letteralmente "angolo dei morti". Cosa vedere nella città sulle Ande.

Aggiornamento: 13 gen 2021

AYACUCHO CITY [La visita alla città merita 8 ore di bus notturno tra le Ande?]

La sera dopo il tour a Millpu, torno nella mia dimora piuttosto tardi e chiedo alla reception dove posso andare a mangiare qualcosa di tipico. Lui mi risponde così: "tipico tipo pizza?". Sì, è successo davvero. Ad ogni modo mi dice che qui chiude tutto prestissimo e troverò solo pizza. Mogia mogia esco in esplorazione, ma trovo subito un ristorante aperto, forse non il più bello del mondo, ma completamente ok, così come poi altri che avrei visto in seguito aperti. Non era molto affidabile quello della reception, ma in linea generale, in Perù così come in Chile il vero pasto è il pranzo, la cena è leggera e sacrificabile, quindi non stranitevi.

Prendo il piatto tipico della regione che, giusto per essere originali, sono patate con carne trita, più carne non trita. E un pisco sour, vergognosamente economico, non potevo lasciarlo lì. Ad Ayacucho la temperatura è abbastanza moderata, la sera serve la giacca ma niente di tragico grazie a Dio. Io venivo da un viaggio a dir poco traumatico e da 8+7 ore di bus. Avevo bisogno di fermarmi un attimo, per questo il giorno successivo l'avrei dedicato a curiosare per la città.

Day 4 - 13/8 Ayacucho è carina. Graziosa? Simpatica? Trovate voi un aggettivo lievemente positivo, ma non conturbante. Ad ogni modo non necessita più di un giorno per essere visitata. ll suo nome inoltre non è particolarmente accattivante come potrete evincere dal titolo del post, "rincon de los muertos" probabilmente deriva da tutti i cadaveri che ci sono stati a causa della lotta per la supremazia per il predominio della zona, combattimenti di Inca con Wari ( e altre tribù sanguinarie). Anche se, sfortunatamente, Ayacucho si è spesso e volentieri vista passare davanti parecchi cadaveri nei vari secoli a venire, per altri e svariati motivi, come ad esempio la famosissima Battaglia di Ayacucho del 1824, che determinò la fine del dominio amministrativo spagnolo sul Sud America. Mica cazzi.

Decido di tornare al mercato, questa volta aperto, e assaporare un po' di aria locale. I mercati sono sempre i miei luoghi preferiti e questo era decisamente molto local. Uomini che si caricava o in spalla intere carcasse di vacca, signore sedute per terra che vendevano conigli aperti a metà con tutti gli organi in vista, una testa di toro mozzata e sanguinante sul pavimento... E tanto altro. Tra cui gli immancabili cani randagi, altra costante di questo viaggio, che guardavano in ammirazione in reparto carne (qualcuno ci aveva pure cagato, ma questa è un'altra storia). Normalmente mi sarei gettata su qualunque tipo di cibo e bevanda senza ritegno, ma ero in un posto zero turistico, ZERO, e stavo viaggiando sola. Questo mi ha fatto essere estremamente più giudiziosa nelle mie scelte. Ho preso dei buonissimi biscottini e del cioccolato, che sembravano molto innocui e, al reparto succhi, dove già stavo sbavando pensando a mango e papaia, mi sono andata a comprare una bottiglietta d’acqua sigillata e mi sono fatta fare il succo con quella. Credo sia stata una scelta vincente. Nei giorni successivi non ero a postissimo di stomaco, ma non sono mai stata davvero male, che per il terzo mondo son grandi successi! Gironzolo ancora un po' per le tantissime chiese, tutte molto diverse ma con la costante di avere questo altarone d’oro centrale che manco Fifty Cents nei primi anni 2000. Poi mi fermo a mangiare in un ristorante molto carino che si affaccia proprio sulla piazza centrale (ViaVia ). Non so cosa scegliere e mi faccio consigliare dal cameriere che mi porta una cofanata per 15 persone di quinoa con carne di Alpaca (sì povero alpaca, lo so). Sta di fatto che ho capito solo dopo che mi aveva saggiamente rifilato un piatto che aveva sbagliato a portare ad un altro tavolo. Ad ogni modo era buono, non mi lamento.

Mi dirigo poi verso il Mirador di Ayacucho, la strada è piena di collectivos che per 0,80 soles ti portano ovunque. La cosa divertente è che insieme al conduttore a bordo c'è la bigliettaia, che oltre a strillare giustamente il nome della destinazione, non fa altro che dire "sube-sube-sube", "baja-baja-baja" come se la gente non sapesse che alla fermata (va beh, chiamarla fermata è farle un complimento) deve scendere e salire, ma era chiaro che fosse costume comune un po' ovunque e non solo un tik della prima bigliettaia. Il Mirador non è davvero nulla di che, ma contando l’assenza di altre attrazioni turistiche andava benissimo. Concludo il mio tour da turista al Museo de la Memoria dove l'ideale sarebbe chiedere di una guida per avere una vera panoramica su tutta la follia di atrocità e violenza che ha caratterizzato questo angolo di mondo per oltre due decenni.


BOSQUE DE PIEDRA - PIANI DIABOLICI TRISTEMENTE INFRANTI

Se vi state domandando cos'è il Bosque de Piedra, non vi biasimo, non è esattamente un luogo conosciuto, ma si tratta, come dice la parola stessa, di un bosco di pietra, formazioni rocciose molto particolari che sembrano quasi una foresta. Inoltre ci sono alcune abitazioni scavate nella pietra molto particolari che vengono chiamate la casa dei puffi per la loro effettiva somiglianza, potete trovare più info QUI

Il piano iniziale per il giorno dopo sarebbe stato ufficialmente un bus notturno per Andahuaylas, da cui la mattina avrei preso un tour per andare al Bosque de Piedra. Una parte di me stava già piangendo pensando all'idea di un'altra notte seguita da un’altra giornata con 7h di bus, ma ero pronta a farlo. Peccato che questo posto sia così poco turistico che non ho trovato nessun tour che mi portasse al bosque, perché i tour di solito sono solo nel finesettimana e di base di soli peruviani. Mi avrebbe potuto portare anche privatamente, ma essendo sola aveva un prezzo abbastanza proibitivo e per me non era così fondamentale. Forse se fossi andata all'alba Andahuaylas e avessi cercato dei tour li avrei trovati, o forse no (a posteriori voto per il “forse no”), sta di fatto che non avevo nessuna voglia di correre il rischio di rimanere a piedi in quella cittadina in mezzo al nulla e ancora molto lontana da Cusco. NB: se andare al bosque de Piedras è il vostro obiettivo di vita potete farlo lo stesso anche senza tour, ma mi porterà via un bel po' di tempo: esistono infatti dei collectivos che partono all'alba da Ayacucho per Pampachiri (3h e rotte) da lì poi dovrete contrattare una macchina privata per farvi portare nei siti di interesse. Il motivo per cui non ho optato per questa possibIlità è che era impossibile tornare in giornata, bisognava obbligatoriamente dormire a Pampachiri, in penso l'unico hotel della zona, e tornare su con un altro collectivos alle 5 del mattino. Così alla fine ho optato per un bus per Abancay, da cui comunque (da quanto visto su internet) potenzialmente partivano tour per il bosque de Piedra, e se non ce l’avessi fatta... pace, avrei continuato verso Cusco. Cosa è realmente successo: prendo il bus alle 8 di sera per arrivare alle 6 di mattina ad Abancay. Alle 6 scendo come se avessi passato la notte sulle montagne russe. Ho fatto 10 ore di curve no stop, molto peggio di quelle per arrivare ad Ayacucho. Lo stesso bus proseguiva fino a Cusco, ma io ero la persona più felice del mondo all'idea di poter scendere prima, non avrei retto una sola curva in più. Fino a qualche anno fa questa strada non esisteva, o meglio, esisteva ma era una mulattiera, ed era pericolosissima da percorrere. Oggi la strada è stata rifatta, ma nonostante sia a due corsie e non più mortale, è comunque una fottuta strada di montagna, non esattamente adatta per le lunghe notti in bus. day 5 - 14/8


ABANCAY [Ovvero dove davvero non vale la pena fermarsi in Perù] Scendo, bacio quasi la terra e vado a cercare il centro, con la mia solita valigia al seguito. Mi aspettavo qualcosa di simile a Ayacucho, una piazza centrale con tante agenzie al lato ma, i miei sogni vengono presto infranti. Ad Abancay non c'è NULLA. Il nulla assoluto, niente, nada, rien... solo desolazione. Trovo un ostello e chiedo informazioni turistiche, dove mi danno questo bigliettino di un tour operator. Sono le 6, chiamarlo mi prende decisamente male, decido di andare a vedere dov'è l’agenzia, che se partono presto sicuramente staranno già lavorando. Dopo svariate centinaia di metri in salita trascinando valigie mi trovo davanti a una sorta di baracca chiusa su cui a mano con della vernice qualcuno aveva scritto “tours”. Molto avvilita mi faccio portare da un taxi a una stazione per andare a Cusco. Anzi. Fino a Cusco erano altre svariate ore di curve. Il mio povero stomaco era già stato messo a dura prova e io stavo patendo abbastanza. Essendo che nei giorni successivi avrei voluto fare l’escursione alla laguna Humantay, che era a metà strada tra dov’ero e Cusco, decido di farmi portare da quelle parti e cercare di dormire lì per poi salire al volo su uno dei tour che venivano da Cusco la mattina successiva e non dover mai più fare avanti e indietro inutilmente su quelle maledette curve. Da internet riesco a contrattare questo servizio (come sempre pagandolo molto più di quanto avrei potuto pagarlo in loco, ma era l’unica opzione per non morire di nausea) Notte: https://www.booking.com/hotel/pe/misky-samay.it.html?label=gen173nr-1FCAEoggI46AdIM1gEaHGIAQGYARS4ARfIAQzYAQHoAQH4AQuIAgGoAgO4AoDUtu0FwAIB;sid=4bc17c90989ce6bd36fb0602e41479c2 B&b, stanza privata con bagno 11€ --> continua a leggere con: 5 - LAGUNA HUMANTAY

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