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Immagine del redattoreValentina Saracco

MILLPU... mai più?

Aggiornamento: 13 gen 2021

I bus notturni in Perù di base sono anni luce superiori ai nostri: sedili super reclinabili, copertina e cena. Certo è che avevo un po' sottovalutato la reale possibilità di dormire in una strada che non ha più di 200 metri di rettilineo. Il viaggio è stato davvero provante. Curve, curve e ancora curve. E il sedile può essere comodo quanto ti pare, ma se non riesci a starci fermo sopra è comunque problematico. Day 3 - 12/08

DA AYACUCHO A MILLPU [Cosa vuol dire addentrarsi nell'altipiano andino del Perù e non incontrare nemmeno un turista] Con un occhio chiuso e uno aperto, partendo da Ica e Huacacina, arrivo ad Ayacucho all'alba dove prendo un taxi (la stazione non è così vicina al centro, sono almeno un paio di chilometri) e vado nel mio alberghetto di tutto rispetto a due passi dalla piazza centrale, per una decina di euro a notte. Il motivo per cui ho voluto fare questa insana deviazione dai tragitti più battuti è che volevo andare a vedere Aguas Turquesas e El bosque de Piedra. Ma non tutto mi riuscirà alla perfezione (spoiler!). Il tour ad Aguas Turquesas l’avevo prenotato già il giorno prima via internet in modo da avere la certezza di poter andare. L'ho ovviamente pagato più di quanto l’avrei pagato in loco, ma almeno ero più tranquilla. Il costo online era di circa 35 dollari. Saremmo partiti alle 8, quindi per due ore, con la luce dell’alba e la valigia in mano girovago per le vie del centro. È tutto terribilmente chiuso, qui non hanno molto l'idea della colazione presto al bar, e prima di una certa puoi sparati. Croissant? Cos’è un croissant? Ma la cosa assurda è che pure il mercato era chiuso, non devono proprio essere mattinieri. Finalmente mi faccio trovare al punto di ritrovo e partiamo. Nuovamente avevo completamente sottovalutato due fattori: - Le tre e passa ore di pullman dopo averne già fatte 8 la stessa notte. - La cazzo di altitudine.

Quando avevo programmato il viaggio avevo verificato di non fare sbalzi troppo bruschi di altitudine, e avevo verificato che Ayacucho si trovava a 2mila e qualcosa, e andava benone. Non avevo però controllato l'altitudine di Aguas Turquesas, che per la cronaca sono a 3800. Ammetto che durante la colazione ha iniziato a esplodermi la testa e a farmi male le orecchie. Mi sentivo come se qualcuno mi stesse mettendo la capa in un sacchetto sottuvuoto e vi succhiasse via l’aria. Fortunatamente con un bel mate con foglie di coca, che mi avrebbe poi accompagnato fino alla fine del mio viaggio, il fastidio si è attenuato.

il mio primo contatto con l'amore della mia vita

Il tour non è iniziato benissimo, nel senso che appena arrivata ho scoperto che da circa un anno avevano proibito di farci il bagno, che toglieva moltissimo del senso della visita. Ad ogni modo, dopo 3h e mezzo di strada, di cui una di sterrato, una quantità infinita di asini, mucche e maiali che bloccavano la strada e bellissimi panorami... finalmente arriviamo. Per arrivare al punto panoramico c'è circa una mezz'oretta di sentiero in salita, dove per la prima volta avrei scoperto le gioie del l'altitudine. La fatica si faceva sentire, anche se per pochi passi. Comunque assolutamente niente di complicato o infattibile. Dall'alto il colpo d'occhio è molto bello. Poi la guida ci ha portati fino in cima, dove nasce il fiume che crea le Aguas Turquesas, che altro non sono che formazioni calcaree in cui si ferma l’acqua. Come dicevo, nelle pozze non ci si può più nemmeno avvicinare per evitare di rovinare le formazioni di calcare.

Riassunto: molto bello, ma tutta quella cazzo di strada e tutta quella fatica per poterle solo osservare, non credo ne valga davvero la pena. E poi, mi fa male dirlo perché io sono la persona meno campanilista della terra ma... Ricordiamoci che noi abbiamo Saturnia a poche ore da casa! Alla fine del tour ci fermiamo a pranzo nell’unico posto nel raggio di chilometri che offriva una ricca scelta tra trota fritta, trota fritta o trota fritta. Per andare un po' controcorrente ho preso una trota fritta, che comunque era strabuona e costava solo 10 soles. Lì ho conosciuto una famiglia di peruviani di ben 25 persone, che vivono sparsi per il paese e una o due volte l’anno fanno queste super rimpatriate. C'erano persone di tutte le età e fisicamente diversissime tra loro, sebbene della stessa famiglia. Era evidentissimo chi ancora viveva in campagna, con gli abiti tradizionali e la pelle scura e segnata da profonde rughe, e chi invece si era trasferito a Lima e aveva pelle liscia e scarpe alla moda. Anche il modo di parlare era molto diverso. Ammetto che nonostante io parli piuttosto bene lo spagnolo questi primi giorni tra le Ande spesso mi sono costati abbastanza a livello di comprensione. Da queste parti la gente oltre a biascicare come se si fossero scolati tre litri di pisco, usano in continuazione parole Quechua o vocaboli locali, per cui seguire un discorso può essere più difficile del previsto.

In quest'area il Quechua è usato normalmente per la vita quotidiana, anche se a scuola studiano principalmente spagnolo, quindi è difficile imbattersi in qualcuno che proprio non ti capisca (a differenza di alcune zone del Guatemala). Un punto a favore di questo tour è stata la nostra guida, che durante le interminabili ore di bus ci ha raccontato molte cose sulla regione. Alcune piuttosto scioccanti, che ignoravo completamente, come ad esempio l'esistenza di un gruppo di estrema sinistra chiamato sendero luminoso, che negli anni 80 e per quasi una ventina di anni ha massacrato buona parte della popolazione locale in nome di non ho ancora capito quale ideale ipercomunista. Poi ovviamente ci si è messo anche l'esercito e dove non ti uccideva uno, ti uccideva l'altro. Insomma alle 9 del mattino, la nostra guida si è messa a raccontarci di come abbia seppellito suo padre, suo zio e sua fratello. E di come una mattina passeggiando al fiume abbia visto arrivargli addosso un cadavere crocifisso, senza più testa o geniali. Non proprio una conversazione da gita in campagna, ma comunque una storia interessante al punto da convincermi il giorno dopo ad andare al museo della memoria... nonché una stanza in cui hanno attaccato articoli di giornali e didascalie con la colla stick al muro, ma comunque un’importante testimonianza di cotanto scempio. ---> continua a leggere con: 4 - AYACUCHO, el rincon de los muertos

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